mercoledì 27 dicembre 2017

LE TECNOLOGIE E LE SCIENZE DEI TESSUTI ARTIFICIALI

Prima di tutto quali sono le tecnologie per la creazione del filato....

La maggior parte delle fibre man-made è realizzata per estrusione, forzando un liquido molto viscoso attraverso gli orifizi di una filiera e formando un insieme di filamenti continui di un polimero allo stato semi-solido.
Nello stadio iniziale i polimeri che costituiranno le fibre, sono allo stato solido e quindi devono prima passare allo stato fluido che consenta l’estrusione. Questo avviene, di norma, attraverso la fusione, se i polimeri sono termoplastici, o sciogliendoli in un solvente se non termoplastici. Se non possono essere fusi o disciolti devono essere trattati chimicamente per realizzare dei derivati termoplastici.

La filiera
Si tratta è un ugello metallico munito di uno o più fori attraverso i quali viene estruso il polimero, fuso o in soluzione, necessario per la fabbricazione di fibre artificiali o sintetiche.
La forma e la grandezza di una filiera differisce molto a seconda del tipo di fibra prodotta e del tipo di macchinario utilizzato per la filatura.
Una filiera può contare da uno a diverse migliaia di fori, il cui diametro è dell'ordine di pochi decimi di millimetro. Generalmente sono di sezione circolare, ma possono anche avere forme diverse, ad esempio triangolari, a stella o anulari per conferire alla fibra caratteristiche particolari. Alcune fibre composite utilizzano filiere a fori anulari concentrici per coestrudere polimeri diversi.
Da ogni foro si ottiene un filamento chiamato bava, una o più bave formeranno il filo che verrà successivamente raccolto su un supporto adeguato. 





Quando il filamento esce dalla filiera il polimero liquido passa prima ad uno stato gommoso e poi solidifica. Questa operazione va sotto il nome di filatura (chiamata anche filatura primaria, per distinguerla dalla tipica lavorazione tessile).
La filatura dei polimeri può avvenire seguendo le seguenti metodologie:
     wet spinning
     dry spinning
     melt spinning
     gel spinning.
La scelta tra le varie tecnologie possibile viene svolta in primo luogo in considerazione della natura e dalle proprietà del polimero che si vuole filare.
La filatura per melt spinning consiste nel portare il polimero a temperatura di fusione prima del processo di filatura. Durante la filatura il filo si raffredda e quindi solidifica.
Esempi di polimeri filati per melt spinning sono il nylon e le fibre poliesteri.
La filatura per dry spinning viene utilizzata per i polimeri che non possono fondere poiché hanno una temperatura di degradazione minore della temperatura di fusione. Con questa metodologia il polimero viene dissolto in un solvente in modo da ottenere una soluzione liquida che viene investita durante la filatura da un getto di aria o gas inerte, grazie al quale la soluzione solidifica per evaporazione del solvente.
Esempi di polimeri filati per dry spinning sono l’acetato, il triacetato di cellulosa e le fibre acriliche.
La filatura per wet spinning è utilizzata per i polimeri che hanno un'elevata temperatura di fusione. In questo caso il polimero viene disciolto in un solvente per ottenere una soluzione, quindi viene sottoposto a filatura, durante la quale il solvente viene allontanato facendolo sciogliere in un secondo solvente rispetto al quale il polimero non è solubile.
Esempi di polimeri filati per wet spinning sono le fibre acriliche, il rayon e lo spandex.
Nel gel spinning (o dry-wet spinning) il polimero parzialmente fuso viene prima investito da un flusso di aria e poi raffreddato in un bagno liquido. Le fibre ottenute con questa metodologia presentano una maggiore resistenza a trazione.
Esempi di polimeri filati per gel spinning sono il polietilene e alcune fibre aramidiche.


I filamenti che escono dalla filiera formano il filo singolo che viene roccato sulla macchina di filatura. In seguito la rocca viene caricata in cantra del lavaggio e poi questo filo lavato ed asciugato su appositi cilindri a vapore è pronto per le lavorazioni tessili.

La filatura vera e propria
La filatura serve ad ottenere un filo continuo sufficientemente elastico e resistente per essere sottoposto a successive operazioni al fine di ottenere tessuti.
I sistemi di filatura, come pure i tipi di macchinario impiegato, sono diversi a seconda della fibra che si debba filare. Le operazioni comuni a tutte le fibre artificiali sono:
- lo stiro, che ha lo scopo di far scorrere le fibre una sull'altra e di assottigliare via via il nastro sino a formare uno stoppino uniforme e di spessore adatto che alimenterà il filatoio;
- la filatura vera e propria, compiuta dal filatoio, che dà un ultimo stiro allo stoppino uscito dallo stiratoio o dal banco a fusi e produce il filato imprimendogli la torsione necessaria a fargli acquistare resistenza;
- la condizionatura, mediante la quale si stabilizzano grado di torsione e umidità relativa del filato dopo passaggio in apposite camere a vapore.





























Il filatoio
Macchina che compie le ultime operazioni della filatura di fibre discontinue, cioè stiro, torsione e incannatura. Secondo i tipi di filato che si devono produrre e il tipo di fibra tessile lavorata si impiegano differenti filatoi; tutti questi filatoi sono alimentati con lo stoppino, prodotto dallo stiratoio o dal banco a fusi che assottigliano il filato fino a uno spessore adatto all'operazione di filatura.
Il filatoio ad anello, detto anche ring, è il filatoio continuo più diffuso in quanto compie contemporaneamente le azioni di stiro, torsione e incannatura del filato ad alta velocità (20.000 giri al minuto del fuso); viene impiegato per la produzione di filati pettinati di cotone, lana, fibre sintetiche. È composto, in genere, da due fronti simmetrici, portanti ciascuno da 200 a 300 fusi, con comandi indipendenti in modo che si possano produrre due tipi diversi di filato nello stesso momento.

Passiamo ora alle tecnologie per la creazione del tessuto....

La tessitura è una tecnica molto antica derivata dalla pratica dell'intreccio usato per fabbricare le stuoie e i canestri: l'armatura più semplice è, infatti, quella a due fili, ordito e trama, intrecciati fra loro perpendicolarmente; sempre con la medesima tecnica è stato possibile ottenere tessuti decorati.
La tessitura meccanica si svolge secondo un determinato ciclo di operazioni: ricevimento del filato, generalmente su rocche, dalla filatura; controllo, mediante adeguate strumentazioni, del titolo, della torsione e della composizione dei filati; preparazione dei subbi sui quali si dispongono i fili di ordito,  preparazione della trama, su spolette nel caso in cui la tessitura venga eseguita ancora con telai a navette, su rocche di grandi dimensioni nel caso in cui la tessitura venga eseguita con moderne macchine per tessere senza navetta. L'operazione di tessitura vera e propria è automatica e, in linea di principio, viene ancora eseguita come nei telai a mano: i licci controllano i movimenti in verticale dei fili di ordito, comandandoli in modo da formare l'apertura del passo, nella quale viene inserita la trama, secondo l'armatura prestabilita; le trame vengono accostate a ogni passaggio dal pettine a formare il tessuto che, a mano a mano, si avvolge su di un rullo avvolgitore comandato automaticamente, in sincronismo con lo svolgimento dell'ordito dal subbio. Quando la pezza di tessuto è ultimata viene sottoposta alle prove tecniche previste, quindi è inviata nei reparti adatti dove si svolgono le varie operazioni di finissaggio e di lavaggio e, eventualmente, di tintura per ottenere il prodotto commerciale.





Il telaio


Macchina per tessere che lavora intrecciando perpendicolarmente tra loro i fili di trama e di ordito: telaio a mano, meccanico.
Pur avendo caratteristiche differenti secondo il tipo di filato da impiegare e il tessuto da ottenere, i telai sono praticamente costituiti da una struttura metallica che sorregge i diversi dispositivi necessari alla tessitura; i fondamentali sono: il subbio, situato nella parte posteriore del telaio, sul quale sono stati preventivamente avvolti i fili che serviranno da ordito nel tessuto da produrre; i licci, formati da un'intelaiatura metallica alla quale sono applicate una serie di maglie disposte in senso orizzontale e al centro delle quali vi è un foro nel quale passa il filo di ordito; un organo di comando del movimento di alzata e abbassata dei licci; questo movimento viene trasmesso ai fili di catena per cui si scostano i fili pari dai fili dispari, formando un'apertura, o passo, attraverso la quale viene fatto passare il filo di trama; la navetta, a forma di siluro, che porta al suo interno una spoletta con il filo di trama ed è dotata di movimento alternato ortogonale rispetto ai fili d'ordito; la navetta scorre lungo un'idonea guida e inserisce il filo di trama tra quelli di ordito secondo il rapporto d'armatura desiderato; il pettine che, sospeso tra i fili di ordito, è collegato alla cassa battente e, a ogni passaggio della navetta, spinge i fili di trama uno vicino all'altro determinando così la fittezza del tessuto che si sta formando; il cilindro sul quale si arrotola il tessuto prodotto. In alcuni telai ad alta produttività, che sarebbe più giusto chiamare “macchine per tessere”, non esiste la navetta: il filo di trama viene fatto passare attraverso quelli di ordito mediante un oggetto mobile (pinza, proiettile, getto d'aria o d'acqua sotto pressione) che raccoglie il filo da una rocca posta a lato della cassa battente e lo fa scorrere nel passo.




Nessun commento:

Posta un commento